Da qualche anno si è affacciata anche in Italia la “scommessa” dei Licei quadriennali.
Dopo il successo del primo ciclo di sperimentazione, all’inizio di un secondo e più ampio ciclo, LineaTempo nel numero 32, dal titolo Licei quadriennali: una scommessa fondata? Esperienze e progettazioni di un nuovo modello scolastico, ha operato un’attenta ricognizione sul senso culturale-educativo di questa innovazione.
I contributi, predisposti nella prospettiva di un sapere riflessivo sull’esperienza, offrono un ampio spettro di riflessioni sul senso della sperimentazione e sulle sue prospettive future.
Andrea Caspani – Il “cantiere” del quadriennale: una introduzione
Roberto Pasolini – Uno scenario di innovazione per la scuola italiana: i percorsi quadriennali
Giacomo Ferrari – Il Quadriennale: un profilo educativo, culturale e professionale rinnovato del Liceo
Martino Frizziero – La genesi di un quadriennale: un modello responsabilizzante-comunitario
Roberto Pasolini – Il Quadriennale: un percorso ordinamentale innovativo e di qualità
Simona Favari – Il Liceo quadriennale come leva per l’innovazione
Matteo Asti – La rielaborazione dell’asse umanistico nella prospettiva di un quadriennale
Emanuela Centis – Il processo pedagogico-educativo in un quadriennale
Davide Silvestri – La dimensione umanistico-letteraria nella Scuola italiana di Atene
Prospero Argena – La dimensione storico-filosofica nella Scuola italiana di Atene
Luigi Pati – Paola Zini – La valenza pedagogica del modello quadriennale
Per i Percorsi culturali e didattici viene presentato un nuovo interessante documento ministeriale sulla didattica della Frontiera Adriatica e una originale proposta di didattica della storia su Trieste.
Nei Segmenti appaiono: un’ampia riflessione su Dante e le grandi questioni escatologiche, la ricostruzione storica della crisi sino-taiwanese negli anni ’50 e l’analisi del rapporto tra l’opera di Šostakovič e la morsa del totalitarismo in cui è vissuto.
In Recensioni ed eventi una recensione del libro di Carlo Ossola, Personaggi della Divina Commedia, che presenta la Commedia come un «teatro d’anime viventi» e la recensione dell’acuta (e quanto mai attuale) lettura del poema omerico fatta da Simone Weil in L’Iliade o il poema della forza.
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