Un excursus storico sulle cause che collocano l’Ucraina come stato di confine tra due mondi, occidentale e slavo. Matthew Evangelista non risparmia una critica degli errori della NATO e degli USA, ma ciò non può scusare la disponibilità di Putin ad un “uso estremo della violenza”.
“L’Ucraina esiste come nazione indipendente solo dal 1991 – dice don Stefano Caprio, uno dei massimi esperti italiani di Chiesa e Russia -, ma giĂ dalla metĂ dell’Ottocento coltiva un proprio spirito nazionale, ispirato da famosi poeti e scrittori come Taras Ĺ evÄŤenko e Nikolaj Gogol”. Nel putinismo vi è “un uso politico della morale, della filosofia e della religione che ha ben poca attinenza con la realtĂ , ma tocca i nervi scoperti della coscienza degli occidentali”.
Mentre Putin si apprestava a far entrare in Ucraina le truppe russe, tracciava le linee ideologiche di una nuova filosofia della storia che in un sol colpo cancella la visione sovietica della storia per annunciare al mondo una nuova Weltanschauung.
Il “mondo russo” è nell’ideologia di Putin come l’unità suprema che abolisce ogni distinzione e ogni processo storico che ha dato vita alle diverse nazioni slave, ma secondo Ettore Cinnella l’indipendenza dell’Ucraina “non fu il risultato dell’azione dei gruppi nazionalistici di quel paese, ma va vista come l’esito di un lungo processo storico”.
«La storia ha accelerato; l’impossibile è diventato possibile. Gli sviluppi che due settimane fa nessuno immaginava stanno avvenendo con una velocità incredibile», ha scritto Anne Applebaum a proposito dell’attuale guerra in Ucraina (Anne Applebaum,The Impossible Suddenly Became Possible). L’aggressione russa all’Ucraina ha posto infatti all’attenzione di un’attonita opinione pubblica le vicende e il destino di questa nazione a nord del mar Nero, che dal 1991 è stata riconosciuta da tutti come Stato indipendente.
Sul sito di GARIWO, che conduce un’opera preziosa di testimonianza della difesa dei diritti delle persone, troviamo un’equilibrata esposizione degli sviluppi politici della crisi in Ucraina che da semplice crisi politica interna nel 2013 è via via diventata crisi separatista nel 2014, poi guerra endemica e infine invasione. L’autore non manca di evidenziare alcuni errori dei governi ucraini e certe spinte radicali di estrema destra che hanno oggettivamente fatto il gioco delle mire neoimperialiste di Putin, ma il ruolo di ingerenza da parte russa negli affari interni di un paese sovrano e il progetto espansionista panrusso, sostenuto da una propaganda menzognera, risulta evidente fin dall’inizio.